Associazione sportiva udinese senza allenatori, genitori sul piede di guerra
Le famiglie presentano un esposto, nel mirino il direttore generale sospeso dalla Fgi: ha taciuto sul suo rinvio a giudizio
UDINE. La squadra maschile di ginnastica artistica è senza allenatore, la preparazione di quella femminile è stata affidata a due tecnici romeni, i risultati sportivi non arrivano e i genitori dei ragazzi più motivati si chiedono se continuare a dare fiducia all’Asu. L’Associazione sportiva udinese fondata nel 1919.
Nel mirino delle famiglie è finita la gestione del direttore generale, Nicola Di Benedetto, arrivato a Udine da Latisana.
I genitori mettono in discussione la fiducia al direttore perché ha violato il Codice di comportamento sportivo che lo obbligava a informare la Fgi sul suo rinvio a giudizio per truffa in concorso, nell’ambito di un’inchiesta relativa alla concessione di un contributo regionale richiesto dallo Sporting club di Latisana quando Di Bendetto faceva parte del Consiglio direttivo.
I fatti contestati risalgono al 2013. Quel silenzio gli è costato la sospensione per un anno da qualsiasi attività della Fgi e del Coni.
Il tribunale federale ha emesso l’ordinanza lo scorso aprile. In presenza di questi fatti, i genitori ritengono che «la finalità pubblica dell’Asu viene tradita» perché, a loro avviso, viene meno «il rapporto di fiducia e affidamento che sta alla base del servizio erogato a fronte del pagamento della quota di iscrizione che varia dai 280 agli 850 euro all’anno.
E proprio perché non vogliono perdere lo storico patrimonio formativo dell’Asu, i genitori si preparano a presentare un esposto per chiedere al procuratore federale e ai presidenti del Coni, della Fgi, del Federazione italiana scherma e del Comitato sportivo educativo nazionale, di assumere provvedimenti immediatamente esecutivi per interrompere il comportamento «inottemperante del direttore e gli indugi del Consiglio direttivo dell’Asu».
A quest’ultimo viene imputato il mancato intervento nei confronti del direttore per garantire il rapporto di fiducia che è alla base delle finalità formative dell’Asu. Tant’è che nell’ultima assemblea il direttore ha esercitato il suo diritto di voto.
All’interno dell’Asu il clima non è proprio dei migliori. I genitori rilevano troppe carenze nella palestra di via Lodi, attrezzata come poche altre in Italia. Paradossalmente le squadre ottenevano maggiori risultati quando si allenavano nel sottoscala dello stadio Friuli.
Oltre all’assenza degli allenatori, vengono segnalati ambienti freddi, spazi vuoti soprattutto nelle mattinate quando invece potrebbero essere concessi ad anziani o associazioni meritevoli.
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