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Da 2 mila euro a oltre 1,2 milioni: ecco quanto si risparmia in Fvg senza Irap

La misura che azzera l’aliquota alle nuove imprese per tre anni comporta un beneficio proporzionale alla loro dimensione

Viviana Zamarian
2 minuti di lettura

UDINE. Da 2.300 mila euro all’anno per una micro impresa con in media otto dipendenti. A più di 1,2 milioni per quelle grandi, quelle con un minimo di oltre 300 lavoratori.

È questo il risparmio che - sulla base di una simulazione - avrebbero le aziende dopo l’approvazione, ieri in giunta, dell’azzeramento per i primi tre anni (e in regime de minimis) dell’aliquota Irap per i nuovi insediamenti in tutto il territorio regionale di professionisti, enti privati, studi professionali. Così l’esecutivo ha definito i dettagli del mini cuneo fiscale contenuto nella manovra.

«Mentre per il quarto e il quinto anno – spiega l’assessore regionale al Bilancio Barbara Zilli sottolineando che si tratta di una misura sperimentale – la riduzione è dell’1 per cento, pertanto l’aliquota sarà pari al 2,9 per cento come è attualmente previsto». Un risparmio, dunque, proporzionale alle dimensioni delle imprese.

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Decisione, questa, che si va ad aggiungere all’azzeramento dell’Irap - già varato in precedenza dall’esecutivo Fedriga - in forma stabile per tutte le imprese industriali e artigianali nei comuni con medio e alto svantaggio economico dell’area montana (sono esclusi per esempio Tolmezzo e Gemona in cui si può accedere alle agevolazioni già in essere).

Una misura finalizzata al rilancio e alla ripresa della montagna e il cui costo ammonta a circa 4,5 milioni. Saranno rispettati i regolamenti Ue in tema di aiuti de minimis, ma sarà esteso anche ad arti e professioni il che comporta una notifica alla stessa Unione europea.

Ieri l’esecutivo ha inoltre approvato la deduzione Irap, in base all’età delle persone, per l’assunzione a tempo indeterminato di dipendenti che hanno perso il lavoro negli ultimi 24 mesi a seguito di un situazione di crisi aziendale e per cause oggettive come il licenziamento collettivo, per giustificato motivo o per dimissioni per giusta causa.

L’obiettivo, dunque, è ricollocare in maniera tempestiva, il 30 per cento dei lavoratori licenziati (secondo una stima, vorrebbe dire 3.762 lavoratori sui 12.539 licenziati negli ultimi 24 mesi) il che comporterebbe in concreto un impatto finanziario, in termini di minor gettito Irap, di 4.731.000 di euro.

Incrementando, dunque, proprio attraverso le agevolazioni previste (20 mila euro annui per ogni dipendente under 25, 30 mila per ogni dipendente tra i 25 e i 45 anni e 40 mila euro annui se l’età è superiore ai 45 anni), il dato attuale che si attesta sul 18 per cento. Se si riuscisse a raggiungere il 25 per cento (ovvero, sempre secondo una stima, 3.135 su 12.539) l’impatto finanziario ammonterebbe a 3.942.000 di euro.

L’assessore Zilli è già al lavoro, poi, assieme ai colleghi Alessia Rosolen e Sergio Bini per presentare in Aula una ulteriore norma attraverso la quale favorire le assunzioni dei giovani con formazione tecnico scientifica diplomati Its o laureati in ambito tecnologico «convinti del fatto che ciò che può far mantenere il trend di crescita positivo in Fvg è la formazione e l’investimento in ricerca».

Insomma, si punta a invogliare le imprese a investire in Friuli Venezia Giulia, un territorio che soffre inevitabilmente la concorrenza con l’Austria e la Slovenia «dove l’Irap non esiste. Da qui la necessità di azzerare questa imposta per rendere più attrattiva la nostra Regione lavorando al massimo per la sburocratizzazione che si riuscirà a raggiungere attraverso un dialogo continuo con lo Stato».

Chi fa impresa oggi, fa un atto di grande coraggio. «E noi come regione – conclude Zilli – vogliamo dimostrare agli imprenditori che siamo al loro fianco». —


 

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