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l’omaggio

Una mostra in Senato celebra 75 anni di carriera di Celiberti

La rassegna inaugurata nella sala degli atti parlamentari nella biblioteca Giovanni Spadolini. Dai lavori giovanili presentati alla Biennale di Venezia alle opere scultoree più recenti

Fabiana Dallavalle
2 minuti di lettura

A pochi giorni dalle celebrazioni del 75° anniversario della prima seduta del Senato (8 maggio del 1948), il maestro Giorgio Celiberti era – mercoledì 24 maggio – ospite d’onore a Roma per “Celiberti 75. Una vita per l'arte. Dalla Biennale del 1948 ad oggi”, mostra e convegno inaugurati nella Sala degli atti parlamentari, Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”.

Un mostra-racconto che attraverso le opere realizzate nell’arco del percorso artistico di settantacinque anni traccia i momenti più importanti della produzione del pittore friulano.

L’iniziativa, a cura di Massimo Garavaglia, presidente della Sesta Commissione permanente Finanze e Tesoro, è l’omaggio a «un artista che ha saputo attraversare un secolo, rimanendo fedele al proprio linguaggio ed esaltando una concezione dell’arte che non sia solo formale ma che contenga anche una robusta carica morale ed umana», scrive lo stesso senatore Garavaglia, nel catalogo della mostra ricordando che «quasi contemporaneamente alla prima seduta del Senato, a Venezia, inaugurava la XXIV Biennale d’Arte, la prima dopo la sospensione imposta dalla guerra.

Ebbene, se di quella prima seduta del Senato oggi purtroppo non rimangono più testimoni, di quella prima Biennale del dopoguerra un unico testimone ancora c’è, ed è Giorgio Celiberti, che vi partecipò quando non aveva ancora compiuto i 19 anni».

Nella sua lunga carriera Celiberti è stato invitato alle rassegne d’arte più importanti del mondo tra Oriente e Occidente e ha le sue opere esposte in permanente in importanti musei.

«Giorgio Celiberti è l’unico artista ancora testimone di quella importante temperie che fu la Biennale del 1948», ha sottolineato Alessio Alessandrini, critico d’arte, che mercoledì, durante l’evento, ha intervistato il maestro.

Per il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha partecipato all'inaugurazione della mostra, «il percorso di vita e di arte del maestro Celiberti, che parte giovane dal Friuli Venezia Giulia per andare nel mondo, raffigura un po' la storia e la cultura della nostra terra.

Se vogliamo rappresentarlo è un po' come un albero con radici profondissime ma con una chioma molto grande che si espande.

L'anima del Friuli è internazionale e ha sempre costituito un ponte di collegamento anche con l'Est Europa e con il mondo.

E il Maestro è un po' questo: ha portato quest'anima nel mondo ma poi ha voluto tornare alla sua terra, alle sue radici profonde. E per noi è un onore avere un artista di così grande spessore che ci rappresenta».

Con il viaggio negli anni Sessanta del secolo scorso, nel carcere di Terezin, la ricerca artistica di Giorgio Celiberti subisce una svolta decisiva verso la realizzazione di lavori importanti sulla silenziosa testimonianza delle tragedie dei campi di concentramento.

«Di questa testimonianza – ha concluso il governatore Fedriga -– solo pochi mesi fa il Consiglio regionale ha voluto ospitare proprio alcune di quelle opere per il loro grande significato umano e morale in concomitanza con il Giorno della Memoria proprio come garanzia di memoria e di trasmissione da divulgare».

All’inaugurazione della mostra erano presenti, tra gli altri, Vittorio Sgarbi, Sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni Culturali, che ha elogiato l’opera dell’artista, Gaetano Nastri, rappresentante della Quarta Commissione permanente Politiche dell’Unione Europea, Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento e il parlamentare Walter Rizzetto.

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