Pordenone, un’area giochi per bambini tra le colonne delle torture ai partigiani
La vuole il Comune alle Casermette, dove fu recluso Martelli. In consiglio centrosinistra diviso, l’Anpi: «Dialogo aperto»
PORDENONE. Ex casermette di via Molinari, la sala delle torture diventerà area del gioca bimbi. E non sarà possibile cambiare il progetto perché va presentato a Roma entro venerdì, pena la perdita del contributo per la riqualificazione che rientra nel “traballante” bando per le periferie. L’Anpi apprezza il metodo della giunta, ma non perde la speranza che il progetto possa essere limato.
Il caso ha tenuto banco nel consiglio comunale dell’altra sera, dove si è anche discusso del laboratorio permanente sull’educazione civica e la Costituzione alle ex casermette. L’ordine del giorno di Pordenone 1291 è stato fatto proprio dalla giunta. L’apertura dell’esecutivo alla civica ha diviso il centrosinistra al momento del voto della delibera: la civica di Roberto Freschi e Marco Salvador ha infatti votato a favore. Il Pd, che si è visto cassare i propri ordini del giorno, il Fiume e i Cittadini si sono astenuti come il M5s.
Pn 1291 si è anche astenuta sul documento con cui i dem chiedevano di approvare un progetto esecutivo che contempli la conservazione delle stanza di detenzione e delle torture e di affidare gli spazi all’Aned. «Lo facciamo per coerenza, visto che il nostro ordine del giorno è stato accolto» ha detto Freschi. E Nicola Conficoni ha rilanciato fuori microfono: «Dov’è la coerenza con il percorso fatto assieme fino a qui?». Il Fiume, con Mario Bianchini, ha aggiunto: «Questa sera per noi è un imbarazzo continuo. Votiamo tutti gli ordini del giorno, ma ci asterremo dalla delibera perché lo studio mantiene solo una stanza su tre come luogo della memoria».
L’assessore Walter De Bortoli, coadiuvato dall’architetto Tiziano Del Mestre, ha spiegato che la sala delle torture diventerà l’area del gioca bimbi. Le colonne saranno mantenute: due esterne e a vista, ma adiacenti alla parete del bagno. E non è possibile cambiare il progetto, come aveva chiesto Lorenzo Marcon (Pd), perché entro domani lo studio va trasmesso a Roma.
Se De Bortoli ha tenuto a precisare che «è il pensiero il luogo della memoria» e che «chi ha sacrificato la propria vita sarebbe contento di sapere che quel luogo oggi sarà destinato a tre importanti progetti sociali (appartamenti del dopo di noi, coworking e gioca bimbi)», il M5s con Danilo Toneguzzi ha evidenziato che proprio la mancanza di una decisione chiara sulla destinazione del luogo rende poco convincente il progetto. «Avrei difficoltà a portare mio figlio in una stanza della tortura – ha detto Toneguzzi –. Dovrei cancellare la memoria». Salvador, riprendendo il programma elettorale della civica e del centrosinistra, ha spiegato che «vorremmo istituire un laboratorio didattico permanente sull’educazione civica della Costituzione». Richiesta accolta, almeno come impegno da tradurre in progetto, dalla maggioranza.
L’Anpi, col presidente provinciale Loris Parpinel, è consapevole «che si è dovuto fare il progetto con rapidità per non perdere il contributo. Il dibattito in consiglio è stato molto alto anche grazie all’impegno delle opposizioni». L’Anpi vede «positivamente lo sforzo della giunta nel cercare di salvaguardare le due stanze dove è stato interrogato Martelli e dove l’Aned ha fatto un museo e porta le scolaresche a rivisitare la memoria storica».
Quanto alla stanza delle colonne dove avvenivano le torture dei partigiani, «che sarebbe ancor più significativa, la giunta ha detto che farà il possibile per mantenere le colonne e questo è uno sforzo che va apprezzato. Speriamo che in futuro si possa operare qualche piccola variazione al progetto. Terremo aperto il dialogo col Comune».
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