Chi si ricorda dell’Apple III? Nessuno probabilmente. Quel computer è passato alla storia come il primo fallimento di Steve Jobs. E chi ha studiato la faccenda sostiene che molti dei problemi che il computer ebbe, e il conseguente insuccesso commerciale, furono conseguenza proprio di scelte progettuali del co-fondatore di Apple.

Venne svelato il 19 maggio 1980 alla National Computer Conference di Anaheim, in California, e l’idea era mettere sul mercato il primo personal computer Apple per il business: insomma, sfidare IBM sul suo terreno. Il progetto era iniziato nel 1978, nome in codice Sara, dal nome della figlia di uno dei responsabili. Ma, appunto, fu Jobs a imporre alcune delle scelte fondamentali (come la mancanza di una ventola di raffreddamento perché rumorosa) che portarono a un complessivo mal funzionamento della macchina che si manifestò subito. Intanto ci fu un clamoroso ritardo nelle consegne dei pc ai negozi, di oltre 6 mesi. E questo già era un indizio di qualcosa che non andava. Poi i difetti di funzionamento costrinsero Apple a richiamare 14mila esemplari. Nell’aprile 1981, l’amministratore delegato, Mike Markkula disse al Wall Street Journal: “Sarebbe disonesto dirvi che è perfetto”, proponendo una soluzione rabberciata per facilitarne il raffreddamento. Neanche una versione migliorata, l’Apple III Plus, ne cambiò le sorti, e fra il 1984 e il 1985 i due computer vennero cancellati dalla produzione.

L’altro co-fondatore di Apple, Steve Wozniak, punterà l’indice contro il dipartimento marketing dell’azienda, che aveva condizionato le scelte progettuali del pc: “L’hardware aveva il 100% di problemi. Eppure in quel progetto abbiamo investito 100 milioni di dollari fra sviluppo e promozione". Poi nel 1984 uscirà il Macintosh, ed Apple decollerà.

Dell’Apple III resta traccia in un film della Disney, Tron, nel quale il protagonista usa proprio un Apple III per entrare nel sistema informatico di una grande azienda.