Su Bianchini la scommessa della Tucker: thriller psicologico con la star Richard
Lo sostengono anche Mibact, Fvg Film Commission e Fondo per l’Audiovisivo Fvg e Re-Act, mentre per la distribuzione in Italia c’è l’interesse di My Movies
Laura PiganiSe un’icona della commedia francese come Pierre Richard ha seguito il richiamo friul-giuliano per il suo primo film in Italia, un certo appeal lo deve pur avere l’ultimo prodotto firmato Lorenzo Bianchini. Il regista udinese con “L’angelo dei muri” debutta nel mercato cinematografico vero e proprio e su questo titolo la friulanissima società di distribuzione Tucker Film – che unisce le forze di Cec e Cinemazero – ha scommesso per la sua prima produzione, gestita con Rai Cinema. Lo sostengono anche Mibact, Fvg Film Commission e Fondo per l’Audiovisivo Fvg e Re-Act, mentre per la distribuzione in Italia c’è l’interesse di My Movies. Niente male per un thriller psicologico “micro budget”, che non supera la soglia del milione di euro.
L'angelo dei muri presentato al Feff 2019, Bianchini: "Un mix tra un thriller e un dramma psicologico"
La pellicola strizza l’occhio al Fvg, ma guarda all’Europa con, oltre a Richard, un direttore della fotografia come il maestro austriaco Peter Zeitlinger – che, tra l’altro, ha fatto il nido a Premariacco («finalmente riesco a fare un film a km zero» ha scherzato ieri durante la presentazione del film) – e una coprotagonista slovena (l’attrice Iva Krajnc). Nel cast anche la piccola rivelazione Gioia Heinz, cividalese di 7 anni, e una troupe con professionisti formati in regione. “Locali” sono anche gli sceneggiatori, oltre a Bianchini, la sorella Michela e Fabrizio Bozzetti, udinese d’adozione.
«Sono state create le condizioni per girare film professionali – ha chiarito Paolo Vidali, direttore del Fondo per Audiovisivo –, grazie a una legge regionale che ha reso il Fvg una realtà importante dal punto di vista cinematografico». Con Fvg Film Commission sono state selezionate le location giuste per raccontare la storia del vecchio Pietro (Richard, nella finzione), intrappolato in ricordi e paure non ancora del tutto risolte. Vive in un appartamento all’ultimo piano di un vecchio edificio austroungarico e tutto cambia quando, in seguito a uno sfratto, decide di rimanere dentro assieme alle nuove coinquiline: una donna e la sua figliola. «Gli esterni – ha riferito il presidente Federico Poillucci – si stanno girando a Trieste, gli interni in una villa a San Vito al Torre».
Le riprese sono cominciate una ventina di giorni fa e si concluderanno nel giro di un paio di settimane. «A Pierre ho pensato fin dall’inizio per il mio protagonista, avvolto da una solitudine estrema» ha confessato il regista. Ma avere Richard nel cast, ha ricordato Thomas Bertacche della Tucker, sembrava impossibile. Invece... «Ho visto la sceneggiatura – ha spiegato l’attore, che adora il cinema di Fellini e De Sica, alla presentazione – e ho capito che mi permetteva di esprimere qualcosa che non avevo ancora mai sperimentato finora». Quei silenzi, che nel film sono accompagnati da suggestioni ricavate dal vento e dagli scricchiolii e che evocano paure ben nascoste nell’animo umano.
I commenti dei lettori