“Buco” da 2,5 milioni in banca: nei guai impiegata di un istituto di Tolmezzo
La Procura indaga per appropriazione indebita: l'ammanco si sarebbe venuto a creare nei conti correnti di alcuni clienti del Banco di Brescia Ubi banca, nella filiale della cittadina friulana
TOLMEZZO. Due milioni e mezzo di euro: a tanto ammonta il buco che si sarebbe venuto a creare nei conti correnti di alcuni clienti del Banco di Brescia Ubi banca, alla filiale di Tolmezzo.
Ora, una dipendente dell’istituto di credito, una 53enne di Enemonzo, è finita nei guai. Il sostituto procuratore Paola De Franceschi ha infatti aperto un fascicolo ipotizzando il reato di appropriazione indebita aggravata e continuata.
Le denunce
Il caso è emerso a gennaio, quando alla Procura di Udine, è arrivata la prima segnalazione. Era quella di un correntista che chiedeva di fare luce sulla sparizione di circa 70 mila euro dal suo conto.
Altre denunce sono arrivate da risparmiatori che, sulla base di un rapporto fiduciario che avevano con la donna, le avevano affidato i loro risparmi contando su presunti investimenti, salvo poi apprendere che ingenti somme erano sparite dai loro conti. Sarebbero almeno una decina le persone danneggiate, ma il quadro della situazione potrebbe essere ancora parziale
Le somme sparite
Anche i vertici dell’istituto di credito avrebbero presentato un esposto: un documento dettagliato che elenca alcune operazioni anomale, tutte da verificare. In alcuni casi riguardano importi modesti, in altri le cifre arrivano a diverse centinaia di migliaia di euro. Operazioni effettuate nell’arco di quasi cinque anni.
La perquisizione
Sulla vicenda stanno cercando di fare chiarezza i carabinieri della Compagnia di Tolmezzo, guidati dal capitano Stefano Bortone, cui sono state delegate le indagini. I militari, nei giorni scorsi, hanno perquisito l’abitazione della donna – che nel frattempo sarebbe stata sospesa dall’incarico – e hanno acquisito documenti ritenuti utili alle indagini.
L’indagine
Gli investigatori vogliono mettere a fuoco il meccanismo utilizzato per far sparire il denaro dai conti correnti. Le indagini sono ancora in fase iniziale, è necessario però stabilire esattamente quante persone siano cadute nella trappola e se in questo vortice di soldi siano coinvolte altre persone oltre alla dipendente.
Le vittime
Un paio di risparmiatori, assistiti dallo studio Campeis, hanno perso centinaia di migliaia di euro.
«Stiamo cercando di capire se i prelievi siano stati fatti sulla base di documentazione regolare, su ordini di acquisti in bianco o addirittura con falsificazione delle firme – chiarisce l’avvocato Massimiliano Campeis, legale di fiducia con Carlotta Campeis di due clienti della banca che hanno presentato denuncia –. Stiamo valutando la possibilità di procedere nei confronti dell’istituto di credito oltre che della persona fisica, intanto, abbiamo richiesto la documentazione bancaria».
(Ha collaborato Gino Grillo)
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