Vincenti solo 3 referendum, nel 2017 ci provano altri 8 Comuni
Le bocciature da parte degli elettori sono state prevalenti nonostante i sì dei sindaci. L’anno prossimo tocca a 2 unioni in Carnia e a quella tra Sedegliano-Flaibano-Mereto
UDINE. Due sì convinti e una fusione per un terzo azzoppata. La storia delle aggregazioni tra municipi non può non essere letta come un processo in gran parte deludente, con il prevalere dei campanilismi che hanno fatto breccia tra gli aventi diritto al voto.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Un salasso per la Regione le fusioni tra i municipi]]
Ad oggi sono tre in regione i nuovi Comuni nati dalla fusione di 6 Comuni preesistenti: Campolongo Tapogliano (mille 205 abitanti), nato il 1° gennaio 2009 dalla fusione dei Comuni di Campolongo al Torre e Tapogliano; Rivignano-Teor (6 mila 363 residenti) , nato il 1° gennaio 2014 dalla fusione di Rivignano e Teor e Valvasone Arzene (3 mila 998 abitanti) nato il 1° gennaio 2015 al secondo tentativo dopo che in prima battuta San Martino al Tagliamento aveva detto no.
Altri esperimenti non hanno avuto successo. E’ il caso dell’aggregazione tra Azzano Decimo e Pravisdomini (in casa dell’assessore alle Autonomie locali, Paolo Panontin) della fusione tra Codroipo e Camino al Tagliamento e delle proposte di fusione tra Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano, tra Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto e tra Manzano e Montenars. In tutti i casi la distanza tra il no e il sì è stata ampia. Il verdetto finale è stato quindi di 3 fusioni contro 5 bocciature.
Il futuro ci riserverà una inversione di tendenza? A dirlo saranno tre esperimenti che sono previsti per il prossimo anno. Hanno proposto di unirsi Treppo Carnico e Ligosullo, Villa Santina, Lauco e Raveo e Sedegliano, Flaibano e Mereto di Tomba.
D’altronde la giunta regionale incentiva i percorsi di aggregazione con la deroga al patto di stabilità, l’esonero del tetto per le assunzioni, risorse per incentivare i processi e per il primo impianto dei nuovi municipi e finanziamenti quinquennali destinati a “stabilizzare” le nuove realtà.
Si pensi, d’altro canto, che in regione, dove esistono 216 municipi, più della metà (128) ha meno di 3 mila residenti rappresentando il 59,3 per cento della popolazione.
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