I genitori di Nadia Orlando: «Parlate di più con i vostri figli»
Lo straziante intervento all’incontro «Noi donne per la vita» organizzato dall’Andos La madre di Lisa Puzzoli uccisa nel 2012: «Noi più fortunati, il suo assassino è in carcere»
Il dolore è enorme. Lo si percepisce fin dalle prime parole pronunciate da Antonella e Paolo, i genitori di Nadia Orlando, la giovane di Dignano uccisa dal fidanzato nel luglio del 2017. Consapevoli che la loro testimonianza poteva essere utile ad altre famiglie per cogliere quei piccoli segnali di un rapporto “malato”, e magari riuscire a intervenire prima che si compia l’ennesimo femminicidio ieri hanno partecipato all’incontro “Noi donne per la vita”, organizzato dall’Andos a palazzo D’Aronco con l’obiettivo di sensibilizzare sul sulla violenza di genere e diffondere una cultura del rispetto.
«Non bisogna lasciare nulla di intentato – ha raccontato mamma Antonella – mia figlia era cambiata, lui l’aveva cambiata, per controllarla, per tenerla sotto controllo. Mi rivolgo ai genitori: cercate di cogliere i campanelli d’allarme che arrivano dai rapporti dei vostri figli, fermatevi e discutetene. Noi non possiamo più farlo».
Straziante il racconto di mamma Antonella, che ha voluto ripercorrere gli ultimi mesi di vita della figlia, spiegando i comportamenti, spesso ossessivi, di Francesco Mazzega, il fidanzato reoconfesso che si trova agli arresti domiciliari nella casa dei genitori. Circostanza, questa, che fa male, e tanto, alla famiglia Orlando: «La legge non è uguale per tutti – ha detto papà Paolo – abbiamo accettato il rito abbreviato per alleviare le sofferenze, ma mentre noi stiamo aspettando che la giustizia faccia il suo corso, c’è un reoconfesso ai domiciliari. Siamo in attesa della sentenza di secondo grado, ma con tutte quelle che si sentono in questi giorni dalle cronache, abbiamo poca speranza. Faremo da soli, viene voglia di fare giustizia da soli». Parole pronunciate davanti a una sala zittita e commossa, che ha ascoltato anche la testimonianza della madre di Lisa Puzzoli, uccisa davanti a casa dall’ex compagno nel dicembre 2012. «Noi siamo stati più fortunati di loro – ha commentato Mariella Zanier rivolgendosi ai genitori di Nadia – perché il delinquente che ha ucciso nostra figlia è in galera e non su un divano. Bisogna tenere alta la guardia, perché purtroppo queste cose possono capitare a tutti».
Un incontro durante il quale è stata rimarcata l’importanza di insegnare fin da piccoli ai bambini, già nelle scuole, la cultura del rispetto della persona, la gestione delle emozioni e il valore del “no”, che non solo va detto, ma anche accettato. E nel caso in cui ci si trovasse in una situazione di violenza, anche psicologica, subita, non ci deve essere la vergogna di confidarsi con qualcuno o di denunciare. Elementi forniti durante gli interventi di Ilaria Genoni, comandante del Nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri di Udine, di Mara Lessio, commissario della Questura di Udine, di Costanza Stoico, psicologa e presidente dell’associazione di criminologia forense e vittimologia del Fvg. A portare un saluto anche il presidente dell’Uci provinciale, Carlo Del Vecchio, e il presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri, sezione di Udine, Livio Zucca. —
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