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Rilanciato il progetto di valorizzazione dello storico mulino

L’occasione è data da un intervento per sistemare le pale È il simbolo di Prodolone. Si pensa a un percorso museale

1 minuto di lettura



Occorre un intervento allo storico mulino di Prodolone, simbolo della frazione di San Vito al Tagliamento con le sue tre ruote collocate nelle acque della roggia Mussa. L’amministrazione comunale ha infatti deciso di affidare a un operatore specializzato una manutenzione straordinaria delle pale per tornare allo stato originario del manufatto. Nello specifico è stato rilevato come alcuni elementi del macchinario idraulico necessitino di una sostituzione: si tratta di traversi, ugelli ingrassatori, perni e viti. Per questo è stato accettato il preventivo di un artigiano di Valvasone per un importo di spesa di 885 euro, Iva inclusa. Un intervento che potrebbe riaccendere la discussione sull’utilizzo della struttura, la quale per il suo restauro ha visto una spesa di 800 mila euro: diversi residenti hanno chiesto che possa essere valorizzato anche attraverso un percorso museale, sostenendo come di mulini del genere, in cui sono ancora ben visibili le pale nella loro funzione originaria, ce ne siano pochi sul territorio regionale. La questione è stata discussa più volte in consiglio comunale.

Il mulino era parte del complesso feudale che faceva capo al vicino castello prodolonese. L’ultimo mugnaio ci lavorò sino al 1972, anno dopo il quale ci fu la chiusura per diversi decenni. Nel 2008 l’allora sindaco Gino Gregoris avviò l’iter per il recupero. Proprio le ruote in legno, realizzate ex novo, furono da subito il marchio di successo della struttura, richiamando numerosi visitatori all’inaugurazione nel 2015 e finendo negli scatti di tanti appassionati fotografi. Ci sono comunque stati momenti di apertura al pubblico della struttura, come per esempio nel corso della sagra paesana di Prodolone che si svolge ogni anno a fine agosto. Visitandolo si compie un vero e proprio viaggio nel tempo. Al suo interno sono presenti alcuni dei vecchi macchinari che, mossi dalla forza dell’acqua, servivano a macinare i cereali per ricavare farine. All’esterno le pareti riportano ancora alcuni graffiti del secondo dopoguerra realizzati in occasione delle feste di classe paesane. Ma proprio le pale rappresentano il punto di maggiore interesse, collocate in un contesto architettonico caratteristico, con un ponticello che scavalca la roggia e permette di ammirarle da più angolature. —



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