Rifugio Grego chiuso per frana «Ci mancano i rifornimenti»
Dopo quattro mesi di blocco della strada in Val Dogna il gestore si è arreso «Non si è compreso che per le nostre attività quel collegamento è vitale»
Il rifugio fratelli Grego chiude. Anche il gestore della struttura di Sella Somdogna è stato costretto a gettare la spugna in conseguenza alla mancanza del collegamento viario dopo che l'imponente frana di quattro mesi fa aveva interrotto la strada che sale da Dogna nella vallata mettendo in crisi anche le altre attività che proprio nel periodo estivo trovano sostentamento. Sono attività ricettive del tipo agrituristico, attività pastorizie e di malga, un’azienda boschiva e una piccola colonia. Eloquente il cartello esposto ieri all’ingresso dal rifugio Grego dal gestore Renato Ben: «Rifugio Grego dal 17 giugno 2019, chiuso. La dolorosa decisione è dovuta all'impossibilità di garantire rifornimenti adeguati e di conseguenza un servizio accettabile. La situazione è dovuta alla persistente chiusura della strada della Val Dogna». Renato Ben fino a ieri aveva aperto il rifugio nei fine settimana portando con lo zaino le provviste lungo il sentiero che sale dal versante della Val Saisera. Ma un conto è portare l'occorrente per uno o due giorni, altra cosa è rifornirsi per dare ospitalità giornaliera a decine di persone. «Per questo – afferma il gestore – senza la disponibilità della strada che sale da Dogna è impossibile approvvigionarsi: da qui la decisione di chiudere. Ciò che spiace è anche che non si è compreso che per noi il collegamento è vitale. Per il rifornimenti e anche per consentire alla nostra clientela di raggiungerci nel periodo estivo, quello che assicura un buon riscontro economico. Ma si tratta anche di un periodo di soli due, tre mesi e chiaramente perdendo anche un solo mese di attività l'intera stagione viene messa a rischio».
Il rifugio Grego, di proprietà della Società alpina delle Giulie, ricordiamo, è attivo fin dal 1927. È posto a una quota di 1.390, in territorio del comune di Malborghetto Valbruna. È dotato di 44 posti letto e di una sala da pranzo per 36 persone. Dopo le aperture nei fine settimana, da sabato 15 giugno avrebbe dovuto essere aperto giornalmente fino la 30 settembre e poi nuovamente nei fine settimana fino al 4 novembre.
«Io comunque – informa Ben – non lascerò incustodita la struttura. Salirò a piedi ogni giorno, ma chiaramente in questa situazione non posso assicurare un servizio accettabile». In seguito alla mancanza del collegamento stradale è in crisi anche l’agriturismo di Plan dai Spadovai in comune di Dogna, dove è impossibile portare il bestiame e avviare l’attività di Malga e restando a valle mucche e pecore restano vuoti anche i 16 posti della ricettività per i quali sono state annullate le prenotazioni. Sofferente anche l'attività similare della famiglia Compassi. Quindi a quanti operano in val Dogna, non resta che sperare che quanto prima possano cominciare i lavori di rimozione della frana caduta a monte della frazione di Micigos. I lavori sono già stati finanziati con 300 mila euro, ora è atteso il loro appalto per vederli iniziare. «Ma – ricorda il malgaro Rino Monego – gli animali, 300 percore, 15 mucche, 2 cavalli e 30 capre, non possono più attendere». —
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