Allerta coronavirus in Fvg: ecco il piano per prevenire il rischio contagio
Lunedì 3 febbraio i 28 specialisti decideranno come intervenire. Filo diretto con l’aeroporto e i porti, contatti in corso con la comunità cinese
UDINE. Escluso il contagio da coronavirus per i quattro pazienti monitorati in regione, lunedì 3 febbraio, alle 17, tornerà a riunirsi la task-force per fare il punto della situazione.
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«La gente non si deve preoccupare, è tutto sotto controllo» continua a ripetere l’assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, ricordando che il gruppo che si occupa dell’emergenza ha alle spalle l’esperienza della Sars. Si tratta di persone e strutture pronte a entrare in azione quando c’è un’emergenza.
Le procedure
Medici di base, medici ospedalieri, infettivologi, infermieri, ambulanze con i Pronto soccorsi hanno attivato le procedure che ha consentito di tenere sotto osservazione prima e in isolamento poi i quattro pazienti che, nei giorni scorsi, si sono presentati in ospedale, appena rientrati dalla Cina, con sintomi influenzali, febbre compresa. I campioni di sangue sono stati inviati all’Istituto nazionale per le Malattie infettive “Lazzaro Spallanzani, dove gli specialisti in malattie infettive hanno escluso il contagio.
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La task force
La task force composta da 24 specialisti e dall’assessore funziona in modo sincronizzato per prevenire e affrontare eventuali rischi contagio. Nelle ulltime ore sono state moltiplicate le attività legate alla distribuzione di mascherine e tute, all’allestimento del trasporto dei pazienti sulle ambulanze e all’attivazione delle linee dirette con l’aeroporto e i porti dove potrebbero arrivare passeggeri dalla Cina o dai Paesi già contagiati.
Insomma il Friuli Venezia Giulia è in grado di affrontare ogni posibile emergenza da coronavirus. Questo non significa che prima o poi qualche caso emergerà, al contrario l’assessore invita tutti a non lasciarsi prendere dal panico. «Al momento non c’è alcun rischio, c’è solo una struttura che si attiva in ordine alle emergenze che accadono».
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I rischi
Nella nostra regione il panico non manca anche perché siamo nel picco dell’influenza e quindi molte persone si preoccupano perché manifestano sintomi influenzali.
«Una persona viene considerata a rischio – insiste Riccardi – se è appena rientrata dalla Cina oppure se è stata in contatto con amici o parenti giunti da quel Paese. La preoccupazione ha ragion d’essere se, in presenza di sintomi influenzali, il trattamento con l’antibiotico non dà i risultati sperati e la febbre non accenna a diminuire». Sono proprio questi gli aspetti da non sottovalutare, quelli che devono convincere i pazienti a recarsi nei Pronto soccorsi o dal medico di base per sottoporsi ai necessari controlli.
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La task-forse ha contatti in corso pure con la comunità cinese presente in regione. Anche questo è un modo per monitorare la situazione. Intanto la Farnesina raccomanda di evitare i viaggi in Cina, nella provincia di Hubei. —
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