Forniva la droga agli studenti via app: ecco chi è il pusher 25enne arrestato
Operazione dei carabinieri della Compagnia di Sacile. I contatti tra i pusher avvenivano mediante applicativi i cui messaggi venivano auto-eliminati dopo pochi secondi
SACILE. La droga era destinata alla piazza del “Giardino della Serenissima”, al consumo da parte di giovani e giovanissimi. I carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Sacile ha sgominato la banda – otto ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni – che rifornivano di marijuana soprattutto studenti tra le province di Treviso e Pordenone, da cui il nome dell’operazione: “Terra di confine”. Arrestato un 25enne di Colle Umberto, Marco Parlascino, il giro d’affari era di circa 20 mila euro al mese.
L’indagine prese il via da un controllo effettuato a maggio 2019 nei confronti di alcuni studenti minorenni dell’Ipsia di Sacile, che portò a sequestrare a carico di due 15enni circa 15 grammi di marijuana, materiali per il confezionamento, bilancini di precisione e 300 euro in contanti. Da qui l’avvio dell’attività coordinata dalla procura di Treviso per individuare i canali di approvigionamento.
Accertate nel giro di alcuni mesi gravi responsabilità nei confronti di 8 giovani a vario titolo ritenuti responsabili di concorso in cessione illecita di droga in ambito scolastico e in favore di minorenni. Attività proseguita anche durante il lockdown, nonostante i controlli sugli spostamenti, con prezzi aumentati sul mercato, comunque mai fermatosi: la richiesta di marijuana era elevata al punto che il prezzo al grammo si era stabilizzato sui 15 euro contro i 10 euro richiesti per l’eroina, solitamente più costosa.
Si è così arrivati alla perquisizione personale e domiciliare con l’ausilio di due cani antidroga, nei confronti di Parlascino, operaio, con segnalazioni di polizia, arrestato in flagranza di reato: trovati nella sua abitazione oltre 5,2 kg di marijuana e 2 grammi di cocaina.
L’ingente quantitativo di stupefacenti era suddiviso in sacchi confezionati in involucri di plastica sottovuoto con duplice strato di nylon a formare intercapedine profumata per fuorviare eventuali controlli con cani antidroga. Il giovane disponeva di numerose bilance di precisione e materiali per il confezionamento, tutto sequestrato assieme a telefoni cellulari, sim card e tablet.
Il quantitativo di marijuana sequestrato del valore di circa 30 mila euro, rivenduta al dettaglio al prezzo medio tra 6,50 e 7,50 euro al grammo, avrebbe consentito un guadagno di circa 10 mila euro. Si stima che nel corso delle indagini il sodalizio abbia venduto circa 35-40 chilogrammi di marijuana con profitti medi di circa 20 mila euro al mese.
Parlascino di fatto gestiva un’organizzazione consolidata e gerarchicamente ben strutturata, avvalendosi di 4 “cavalli” individuati dagli investigatori in giovani di Caneva e altri centri nel Trevigiano. I contatti tra i pusher avvenivano mediante applicativi i cui messaggi venivano autoeliminati dopo pochi secondi. All’esito delle perquisizioni eseguite a carico degli altri indagati, V.R., 18enne di Montebelluna con precedenti di polizia, è stato trovato con oltre 30 grammi di marijuana, bilancini e materiali per il confezionamento.
Coinvolti pure R.L., 20enne di Caneva, B.M., 20enne di Sarmede, T.G., 20enne di Revine Lago, K.O., 18enne di Susegana, P.E., una 22enne di San Vendemiano, e D.S.S., 19enne di Conegliano. La posizione dei giovani, tutti privi di stabile occupazione, alcuni di loro appartenenti a famiglie benestanti, è tuttora al vaglio dell’autorità giudiziaria di Treviso. Parlascino, in carcere, è in attesa dell’accoglimento di misura meno afflittiva con richiesta di patteggiamento formulata dal suo legale. —
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