Bagni, rifiuti e parcheggi selvaggi nonostante i divieti sul Natisone
Esplodono le proteste dei cittadini a Cividale e Premariacco. Lo sdegno dell’associazione Parco
Lucia Aviani / CIVIDALE
La storia si ripete. Già a giugno, ma ora più che mai, le spiagge del Natisone sono – con le debite proporzioni – quasi una fotocopia di quelle marittime: e l’affollamento, oltre a rappresentare un problema di per sé, visti i tempi, produce l’abituale effetto di ingenti abbandoni di rifiuti nei pressi delle rive, per lo più nelle piazzole di sosta, che essendo sguarnite di cassonetti si ritrovano puntualmente costellate di sacchetti d’immondizia.
Sollecitati un’infinità di volte a dimostrare almeno un minimo di senso civico, prendendosi la briga di riportare a casa il materiale di scarto, i bagnanti (in senso letterale, e qui si apre la terza questione: vige infatti il divieto di balneazione) persistono imperterriti nelle cattive abitudini.
A Premariacco Beach, tra l’altro, uno dei luoghi storicamente più frequentati, il Comune ha già dovuto correre ai ripari con i primi recuperi dei sacchi accumulatisi.
Ma a Cividale non va meglio: domenica scorsa l’affluenza alle spiaggette del fiume è stata da record (probabile, e da più parti prevista, conseguenza della fase dell’emergenza sanitaria) e di immersioni se ne sono viste fino nell’area di Borgo Brossana, sotto il Belvedere.
Il tris di problematiche (assembramenti, balneazione e rifiuti, cui si aggiunge il “nodo” dei parcheggi non sempre ortodossi) è evidenziato da molti cittadini, tanto di Premariacco quanto di Cividale.
Nel primo caso viene richiesta, fra l’altro, la collocazione di un cartello che motivi dettagliatamente le ragioni del divieto di immergersi nel Natisone: il modello, si sprona, dovrebbe essere quello della tabella – di segno opposto – di Stupizza, dove viene precisato che nuotare è consentito perché in quel punto la qualità dell’acqua è ottima.
Lo sdegno dell’associazione Parco del Natisone: «La presentazione degli elaborati commissionati all’Istituto universitario di architettura di Venezia dal Comune di Manzano, capofila del Progetto Natisone, ha generato – dichiara la presidente Claudia Chiabai – un’immediata conseguenza: il nostro Consiglio ha infatti deciso di non riprendere l’attività dei Guardaparco volontari, che la scorsa estate avevano svolto un’importante azione di sorveglianza e sensibilizzazione. I 180 mila euro stanziati dalla Regione per il piano dovevano coprire le spese per la redazione dei documenti necessari all’istituzione del parco fluviale. Non è andata così. Come possiamo parlare di parco a fronte di una progettualità snaturata da interventi infrastrutturali incoerenti e di difficile realizzazione?».
«Ci appelliamo – conclude – alle amministrazioni locali: chiedano allo Iuav, unico beneficiario dell’operazione, di predisporre, gratuitamente, gli atti da presentare in Regione per la costituzione del parco». —
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