Obbligati dallo Stato a pagare doppio un servizio (con un’incombenza burocratica in più)
Un modo per rimpinguare le casse dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro. L’Inail
Renato D'ArgenioObbligati a pagare doppio un servizio; un modo per rimpinguare le casse dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro. L’Inail. Costretti a un esborso esagerato anche se l’Istituto non fa nulla.
La tassa, perchè altro non è, riguarda la misurazione periodica dello scarico a terra degli impianti elettrici. Attività che interessa molte imprese. Una di queste ha scritto nei giorni scorsi alla direzione di Confartigianato. Ho deciso di pubblicare lo sfogo perchè rende bene l’idea di cosa tocca a chi fa impresa in Italia.
«Quella della misurazione dello scarico a terra degli impianti elettrici è una delle attività che facciamo ormai da anni e che in genere ci costava circa 250 euro, eseguita da organismo accreditato che incaricava un referente locale. Il referente veniva in azienda e faceva le misurazioni dei vari punti dell’impianto. Noi accompagnavamo il professionista in giro per i capannoni, rispondevamo alle sue richieste e gli indicavamo i punti dove voleva andare a misurare. Tutto fatto con estrema serietà e cognizione. Circa tre ore di lavoro, compresa la compilazione dei documenti».
«Ora, dal primo gennaio, c’è una legge che obbliga gli organismi accreditati a praticare i prezzi stabiliti in un tariffario. Legge che raddoppia i costi degli interventi con prezzi assurdi: parametro euro/ora 93 per un elettricista (vedi tabella)».
«Inoltre è prevista una retrodistribuzione del 5% all’Inail per “predisposizione della banca dati informatizzata delle verifiche”, ma è l’imprenditore che si deve accollare l’onere di dover registrare i dati delle misurazioni effettuate invece di farlo fare al professionista, che viene pagato con la tariffa doppia!» «Mi chiedo: è lecito che lo stato imponga un tariffario esorbitante per servizi tra privati? Dobbiamo veramente strapagare un servizio? È giusto paghi l’Inail (che ha già costi assurdi per le coperture assicurative che da) che ci impone anche l’incombenza – l’ennesima – del caricamento sul loro sito dei dati? Stavolta mi sono dovuto adeguare, ma spero che fra due anni, quando ricadrà l’obbligo di rifarlo, qualcuno sia riuscito a far modificare questa legge ingiusta”».
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