Addio a Oreste Spina, storico segretario comunale di San Daniele
Aveva 84 anni, assieme al sindaco Filipuzzi gestì l’emergenza provocata dal terremoto lavorando all’interno di una tenda
SAN DANIELE. Discreto, rigoroso, un vero servitore dello Stato. Chi ha lavorato con lui lo ricorda così. Chino sulla scrivania. Primo a varcare la soglia del municipio al mattino. Nell’orecchio, il ticchettio ormai lontano delle dita che battono sulla macchina da scrivere. Se n’è andato a 84 anni Oreste Spina, storico segretario comunale di San Daniele.
Nato a Enna era arrivato in Friuli giovanissimo, vincitore di un concorso pubblico che lo aveva portato in diversi Comuni, Drenchia, Grimacco, Pocenia, Rivignano e Gonars, prima di approdare in quello che sarebbe diventato anche la sua casa: San Daniele.
È stato il segretario di Filippuzzi, Floramo e Menis, Spina è stato una solida spalla per generazioni di sindaci e amministratori locali. Stroncato in poche settimane da una grave malattia, lascia l’amata moglie Gianna e la figlia Stefania. I funerali saranno celebrati alle 10.30 di lunedì nel duomo cittadino.
È il settembre del 1973 quando, impiegato a Rivignano, il segretario sposa la sua Gianna. L’ha vista passare in bicicletta sotto la finestra del suo ufficio, in municipio, il maggio precedente. È amore a prima vista. «Da quel giorno mi fece una corte spietata – ricorda lei con tenerezza –, tre mesi dopo eravamo sposati».
Nel 1974 nasce la figlia Stefania e in quello stesso anno la giovane famiglia si trasferisce a San Daniele dove “il dottore” viene inviato dal prefetto. Nel 1976 si ritrova, assieme al sindaco Filippuzzi, a gestire prima l’emergenza e poi la ricostruzione.
In tanti lo ricordano al lavoro nella tenda allestita in piazza IV novembre a risolvere problemi, cercare soluzioni, senza badare all’orologio. Centinaia di foto lo ritraggono al fianco dei protagonisti di quell’epoca, dal presidente Fvg, Antonio Comelli, al ministro dell’Interno, Francesco Cossiga, e ancora al commissario straordinario Giuseppe Zamberletti.
Era un funzionario vecchio stampo, nel senso positivo del termine – dice di lui l’ex sindaco Paolo Menis – competente, ordinato, sapeva il fatto suo. E lavorava tanto. Lo ricordo battere a macchina le delibere, trascrivere il verbale del consiglio per alleggerire gli uffici.
Fuori dal municipio era un uomo schivo, riservato». Votato alla famiglia e, in particolare, alla moglie. Andato in pensione nel 1997 aveva salutato senza rimpianti la “scena pubblica”. Lo si vedeva passeggiare per la città mano nella mano con la sua Gianna. Sempre insieme, fino all’ultimo.
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