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In 150 nel locale che per protesta non ha chiuso alle 18, ma il titolare ci ripensa: "Da oggi rispetterò il Dpcm"

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LIGNANO. A unirsi al segnale di protesta di Francesco Dalle Crode, che lunedì sera, 26 ottobre, ha continuato a tenere aperto il King Pub di Lignano servendo i propri clienti oltre le 18 “per difendere gli interessi della propria azienda e il mio sacrosanto diritto a lavorare”, in risposta all’ultimo dpcm che ha obbligato a un ulteriore stretta bar e ristoranti, sono state 150 persone.

A presentarsi davanti al bancone dell’hamburgeria della città marittima aperta tutto l’anno sono stati non solo lignanesi, ma anche rappresentanti di Confcommercio e colleghi titolari di attività produttive dei comuni limitrofi come Portogruaro, San Michele al Tagliamento e Latisana.

“Non mi sarei mai aspettato una così ampia partecipazione alla mia manifestazione nata da uno sfogo personale determinato da questa situazione imbarazzante – afferma Dalle Crode -, ma ciò significa che il mio pensiero è condiviso da molte altre persone”.

Già avvisate dallo stesso imprenditore 38enne, che conta tre hamburgerie (tra Lignano, Latisana e Pordenone) e trenta dipendenti, “a intervenire attorno alle 20.30 sono state due pattuglie della polizia locale e poi, più tardi, anche la Guardia di finanza – riporta - ma non mi hanno sanzionato e nemmeno fatto chiudere il locale, provvedimenti che eventualmente avrei accettato, visto che le persone si trovavano tutte all’esterno del locale”. 

Soddisfatto della presenza di Enrico Guerin, presidente di Confcommercio Lignano, e di Alessandro Tollon, presidente provinciale della stessa associazione di categoria, per Dalle Crode ha pesato, invece, “l’assenza dei rappresentanti del Comune di Lignano, che dovrebbero pensare a misure per sostenere le poche attività che rimangono aperte tutto l’anno nella località balneare – spiega Dalle Crode -. Da oggi continuerò a lavorare nel rispetto del nuovo dpcm, con il servizio d’asporto e di delivery dopo alle 18 quindi, ma stasera – annuncia – parteciperò (alle 18.30) alla protesta pacifica in piazza Indipendenza a Latisana, con tutti i miei colleghi di settore”.

“La mia paura più grande – spiega – è di vedere andare in fumo i miei quindici anni di lavoro e sacrifici vedendo chiudere qualche mia attività: un’azienda per poter sopravvivere ha bisogno di poter continuare a lavorare, così come tutti i dipendenti”.

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