Arriva il libro scomodo sulla fuga dalla fede
Giudicato non opportuno qualche anno fa dal vescovo Poletto, ora è distribuito Casi pordenonesi citati dall’autore don Ivo Cisar Spadon, deceduto otto anni fa
«Libro non opportuno». Era finito all’indice dell’autorità vescovile a Pordenone “La grande apostasia” di don Ivo Cisar Spadon, deceduto nel 2005. Il giudizio era stato dell’allora vescovo, monsignor Ovidio Poletto, e aveva comportato la chiusura del cantiere teologico del manoscritto. Caso chiuso. Seppellito per anni come il nocciolo di un reattore nucleare, sotto faldoni e carte con croce cristiana. Ma il libro proibito è tornato con la forza di un savonarola del terzo millennio, sgranando il rosario dei casi delle defezioni dalla fede. “La grande apostasia – un quadro di sintesi della diagnosi del nostro tempo”, è curato da Giordano Brunettin con don Vittorino Zanette.
«Don Cisar vuole svegliare le coscienze ma fa scandalo – ha dichiarato Brunettin -. si parla di alcuni personaggi nella piccola realtà pordenonese e forse questo aveva destato timori. Altrimenti perché giudicarne non opportuna la pubblicazione, senza le motivazioni dottrinale e pastorale?».
Scomodo e provocatorio, con l’altolà alla morale utilitarista calata nel Friuli Occidentale come altrove, il libro esce ora in un’edizione non più di 300 pagine ma snella e postuma, che promette contneuti ricchi di novità dalle parrocchie. Fuori i nomi e i peccati, a partire da quello, che pochi conoscono, di un uomo di chiesa dell’hinterland di Pordenone, contestato e poi denunciato alla Congregazione per la dottrina della fede a Roma. Sussurri e grida, sul caso, ma quello che conta è la salvezza dall’apostasia, l’allontanamento dalla fede cattolica.
Una defezione apostata può essere intellettuale (sulla base dell’adesione a filosofie diverse), oppure morale e spirituale (il caso di Giuda). «L’intenzione di don Cisar è quella di avvisare le coscienze cristiane – ha riportato la questione sui binari dell’esegesi Brunettin -. Il nostro tempo è ammalato di antropocentrismo, idolatria e anti-cristianesimo: se il mondo va per la sua strada, una parte della Chiesa, ahimè, marcia sempre con l’ala marciante della storia e corrompe il messaggio autentico. L’ecclesiolatria è l’adorazione, l’autoreferenzialità della Chiesa: evidente anche a livello locale». La terapia? «Tornare alle radici autentiche del Cristianesimo, quelle indicate dal Papa e dai concili». Il libro è disponibile alla Santissima negli orari di celebrazione delle messe. In tal senso ci si può rivolgere a Giordano Brunettin.
Chiara Benotti
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