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L’estate di disagi negli aeroporti veneti: ritardi o disservizi per 37 mila vacanzieri

AirHelp: a giugno-agosto boom delle richieste di assistenza: «Troppi turisti e le compagnie aeree non ce la fanno»

Sabrina Tomè
1 minuto di lettura

Prima lo sciopero dei controllori di volo francesi, poi quello dei dipendenti di compagnie aeree come Ryanair (400 voli cancellati nel pieno della stagione estiva) ed AirFrance; nel mezzo, come non bastasse, i disservizi diventati quasi fisiologici di gruppi low cost. Il risultato è che per migliaia di turisti la vacanza è diventata un incubo, fatta di voli in ritardo se non cancellati e di coincidenze saltate, di attese infinite negli aeroporti o addirittura dentro la fusoliera del Boeing come quella di 5 ore dei passeggeri in partenza da Treviso con destinazione Canarie. Un fenomeno più che mai accentuato quest’anno, con un incremento del disagio in termini di voli in ritardo, di viaggiatori coinvolti e di danno economico. Disagio che negli scali veneti (Venezia Marco Polo, Treviso Canova, Verona Catullo), si misura in percentuali anche superiori al 200% rispetto alla stagione passata. Lo dicono i dati dell’Osservatorio AirHelp, la società che supporta i passeggeri incappati in un disservizio.

Un confronto tra le stagioni estive (giugno- 19 agosto 2017 e giugno-18 agosto 2018) parla chiaro. Lo scorso anno i voli con problemi al Marco Polo di Venezia erano stati 88, quest’anno 288 con un incremento del 227%; i passeggeri coinvolti sono passati da 8.387 a 30.349 (+261%) e il danno pontenziale a carico delle compagnie aeree responsabili (la somma che i viaggiatori potrebbero chiedere a titolo di risarcimento) è aumentata da 2,3 a 8,6 milioni (+275%). Stesso andamento negli altri due scali. A Treviso lo scorso anno solo 9 voli avevano avuto problemi, quest’anno ben 26 (+188%); i passeggeri sono cresciuti da 798 a 3.151 e il danno da 212.325 euro a 800.575 (+277%). Verona ha più che raddoppiato i voli disagiati (da 23 a 50, +117%), i passeggeri (da 1.749 a 3.627) e il danno (da 475.575 euro a 962.850).

La responsabilità dei disagi non è delle società di gestione degli aeroporti - Save per gli scali veneti - ma principalmente delle compagnie aeree che si trovano a far fronte a una domanda in aumento senza garantire i servizi relativi. «Il crescente fenomeno dell’overtourism, l’aumento dei voli offerti dalle compagnie aeree, la conseguente diminuzione dei servizi e del personale hanno raddoppiato le cancellazioni e i ritardi dei voli, causando disagi a più di 500 mila italiani, un +83% rispetto a gennaio-giugno 2017», spiega AirHelp.

I passeggeri incappati nell’incubo-volo possono puntare al risarcimento. «Come prevede la legge, le compagnie aeree devono risarcire i viaggiatori per tutte le interruzioni di volo», afferma Henrik Zillmer, Ceo di AirHelp. Intanto anche Enac si è mossa richiamando all’ordine alcune compagnie low cost e minacciando il ritiro della licenza se continueranno i disservizi. 

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